Posizione
in classifica
680°

Progetto

Piccoli Ambasciatori di Pace - 2025

Ambito d’intervento:

Assistenza e Solidarietà Sociale

Il bisogno al quale il progetto intende rispondere:

Bisogni primari dei minori accolti, bisogno di mostrare elementi di solidarieta’ fattiva ed integrazione alle comunita’ locali. Sostegno al diritto internazionale

Il territorio interessato:

Regione
Toscana
Provincia
FI

L’idea progettuale in sintesi:

Accoglienza di un gruppo di 10 bambini di 10 anni e 2/3 accompagnatori adulti. Screening sanitario per la prima volta in un paese occidentale. Garntire un soggiorno con alimentazione ottimale e fuori dal caldo del sahara nei mesi estivi. Offrire occasioni di crescita culturale in un contesto di forti stimoli diversificati. Portare il messaggio di ascolto e di pace nelle nostre comunita’ attraverso l’ambasciata dei bambini per le loro famiglie e la loro causa.Accoglienza presso 6 comuni e visite in tutta l’area Empolese, Valdelsa e Val d’ Arno pisano.Incontri con gli Enti e le comunita’ locali con partecipazione a centri estivi con altri minori, alle feste ed alle occasioni di incontro quotidiano con molteplici associazioni dei comuni interessati. Una parte importante del costo e’ il servizio di viaggio areo del gruppo.

Punti di forza del progetto:

Inclusione, messaggio di pace, scambio interculturale

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Informazioni sull’ Associazione che propone il progetto

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Associazione di Solidarità al Popolo Saharawi – Hurria
P.le Cardi, 4
1996

Missione:

Sostegno solidale per la risuluzione della questione del Sahara Occidentale, attraverso il sostegno al popolo Saharawi sia nei campi profghi che nei territori del sahara occidentale. Sostegno al diritto internazionale anche con la partecipazione alle sessioni ONU sul tema

Visione:

Non accogliamo solo bambini, ma piccoli ambasciatori di pace che con questa esperienza ampliano la loro visione del mondo e gli scambi interculturali riportando a casa un bagaglio ricco esperienze per se stessi e da riportare alle loro famiglie. L’auspicio di un mondo piu’ integrato non puo’ che passare dalle esperienze dirette che i bambini potranno fare anche nel mondo occidentale, evitando che questo si mostri loro solo attraveso racconti disotorti dei social media.

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